LE OPERE DI RESI GIRARDELLO

in Berici & Lessini, pag. 20 – Periodico della Banca Terre Venete

C’è un po’ di Brendola nella Costa Luminosa, nuovissima ammiraglia della Costa Crociere. A bordo, infatti, sono ospitate dodici opere di Resi Girardello, socia e cliente della Cassa, poliedrica artista brendolana, docente del Liceo Artistico di Venezia con all’attivo un lungo elenco di mostre e premi.

Adesso alcune delle sue ultime opere – realizzazioni in filo di rame lavorato all’uncinetto – sono in mostra permanente nella prestigiosa nave da crociera. “Il risveglio del corpo celeste” (riprodotta nella nostra copertina) è una realizzazione di due metri di altezza, esposta in una delle hall principali della nave, mentre altri undici soggetti, sempre in filo di rame, abbelliscono altrettante suite.

E’ solo l’ultima performance di Resi Girardello che nel 2006 ha esposto al Festival del Cinema di Venezia l’imponente “Danae’s Oracle” una struttura alta cinque metri in tondino metallico, maglia di alluminio filata a mano, reti metalliche e monete. La forza dirompente delle opere di Resi Girardello sta nell’originalità dell’ispirazione, nel pastiche dei materiali, nell’ironia con cui tesse legami tra passato e presente. Le sue serie di cassetti lignei contenenti miniature di capi di biancheria intima filati con rame, ottone o acciaio ci trasportano in un passato in cui la tessitura e il ricamo erano riti femminili, occasioni di filò, di condivisione d’idee tra donne recluse-escluse dalla realtà politico-sociale. L’artista, pur ammiccando a un tesoro tramandato di mano in mano e al valore di un’arte oggi perduta, cerca di superare con ironia il gesto del lavoro all’uncinetto creando copriletti, tessuti, bustier e presine attualizzate nei materiali, opere che appaiono come simulacri di un intimo che oggi non è più personale, ma esibito.

Le opere di Resi Girardello, in bilico tra barocco e modernità, suscitano meraviglia, portano alla luce un universo di forze, di tensioni, di sorprese come gli artificialia delle Wunderkammer del Seicento, contenenti rocce o pietre rare, zanne di elefante, piante essiccate o elementi naturali mostruosi.

Da anni attenta ai collegamenti tra letteratura e arte, poesia e scultura, crea installazioni che rimandano ai miti femminili della classicità: dalle Sirene omeriche a Venere, da Pomona a Danae, concupita da Giove. Tessitrice di reti tra passato e presente, caustica Penelope moderna, trasporta il pubblico in un mondo seduttivo e intrigante, ricco di pluralità discordanti.

In sintonia con la tesi di Italo Calvino in Lezioni americane, secondo cui “Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario
di stili dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”
.
Valeria Mancini

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